Un popolo dalle antichissime origini: i cimbri
- REDAZIONALE
I cimbri sono un antico popolo di origine tedesca, arrivato probabilmente nel XII secolo e stanziatosi sulle montagne del Nord-est. Tra la Lessinia veronese, in Trentino su quella che oggi chiamiamo Alpe Cimbra e sull’altopiano di Asiago.
Perché vi parlo di loro? Beh, sicuramente per le bellissime e verdi vallate in cui vivono e poi perché fanno parte di una delle dodici minoranze linguistiche riconosciute in Italia.
Le origini dei cimbri
Sembra che i cimbri fossero originariamente dei coloni bavaresi chiamati dai feudatari imperiali per lavorare nei boschi e che, nella loro lingua, boscaiolo si dicesse tzimbar. Sentite l’assonanza? Mi sono state raccontate anche altre leggende, secondo le quali potrebbero essere i diretti discendenti dell’omonimo popolo vissuto in Danimarca che, sconfitti dal console romano Gaio Mario mentre scendevano lungo la penisola, si sarebbero rifugiati nei boschi del nord est. Di chi sia la ragione, non lo so, però la seconda è una teoria piuttosto improbabile dato geneticamente si è già visto essere molto diversi dai danesi.
Usi e costumi cimbri
In cosa, invece, assomigliano ai loro più probabili antenati bavaresi? Sicuramente si somigliano nel culto di San Lorenzo di Limoges, così come nell’iconografia religiosa e nella lingua, simile ad un dialetto bavarese. Della cultura cimbra restano ancora numerose testimonianze architettoniche nelle contrade in pietra e nelle tipiche colonne votive, cioè sculture in altorilievo raffiguranti i santi o la Madonna. Per comprendere e vedere più da vicino questa cultura, vi consiglio di visitare alcuni comuni cimbri come Erbezzo, Bosco Chiesanuova, Cerro Veronese, Velo Veronese, Roverè Veronese, Badia Calavena, San Mauro di Saline o Selva di Progno. Qui potete sentire ancora qualche persona parlare il tàucias garéida, la lingua cimbra, oppure mescolare parole cimbre all’italiano. Inoltre, se siete appassionati di storia e linguistica, visitate il museo dei cimbri di Giazza, dove la lingua e le tradizioni sopravvivono grazie ad una comunità molto impegnata nella tutela della loro minoranza. Vi lascio un bellissimo proverbio che ho imparato proprio lì:
"Bèar khüt de baarot, màchatzich hörtan lieban."
Ovvero: "Chi dice il vero si fa sempre amare."
MTB in Lessinia
I cimbri, essendo un popolo di boscaioli e contadini, hanno sempre trattato bene le loro montagne, creando una certa sintonia tra l’uomo e la natura. Con le sue casette in pietra e i suoi masi, questo è un paesaggio che vi darà sicuramente una sensazione di tranquillità. Per godere delle vallate incontaminate, il mezzo migliore è sicuramente la mountain bike. Un’escursione in bici che a me piace molto (anche con l’elettrica vale!) è il giro ad anello tra le contrade di Roverè Veronese, Velo Veronese e Azzarino.
Quando: dalla primavera al tardo autunno
Lunghezza: 35 km circa
Tempi: 3-4 ore, soste escluse
Dislivello: 900 metri
Difficoltà: media, se siete principianti vi consiglio l’e-bike
La cucina cimbra
Arriviamo al mio argomento preferito: il cibo! Un piatto che ho provato nelle loro zone e che mi è piaciuto molto sono i bigoli cimbri. Molti di voi conosceranno già i bigoli, ma non sanno che la loro forma simile a degli spaghetti ciccioni e porosi, deriva dai fili immaginari che le fade (fate cimbre) tendevano tra i monti Lessini per stendere i panni. Ok, non so se questa sia una leggenda per convincere i bambini a mangiarli, ma vi assicuro che sono così buoni che non son servite tante storie per persuadere me! Tornando a noi, i bigoli cimbri sono una pasta all’uovo con un sugo di salsiccia rosolata e sfumata al vino, funghi e panna da cucina. Una vera delizia. Ma non è finita, perché vengono serviti con una spolverata di ricotta affumicata locale. Un mix di sapori decisi che vi convincerà a chiedere il bis.