Nord, sud, ovest, est: Verona, Piazzaforte strategica
- REDAZIONALE
Tornate per un attimo indietro nel tempo, in una Verona stupenda come ora, ma sicuramente meno popolosa e con molti meno comfort di adesso. Siamo nella prima metà dell'Ottocento e le truppe austriache dominano sul territorio lombardo-veneto. Il clima non è certo festoso e rilassato, non ci sono scontri tra le truppe austriache e i cittadini veronesi, ma neanche si vedono di buon occhio.
Il Quadrilatero veneto
Verona è certamente un punto nevralgico di quest'area che va dal Lago di Garda alle prealpi del Baldo e dei Lessini, inserita tra il fiume Adige, il Mincio e il Po. Una delle quattro piazzaforti che costituiscono il quadrilatero fortificato dell'Impero austriaco, tra i più grandi sistemi difensivi europei e che costituisce un patrimonio storico sia per estensione che per qualità architettonica delle sue strutture e infrastrutture. Le altre città fortificate facenti parte di questo quadrilatero sono Peschiera del Garda, Mantova e Legnago.
A cosa serviva esattamente quest'area? Semplice, era un sistema difensivo molto ben strutturato, atto ad ostacolare i movimenti di eserciti nemici nella Pianura Padana, ma soprattutto utile alle truppe austriache per muoversi in sicurezza e spostare più agevolmente i rifornimenti. Ciò anche grazie alle reti ferroviarie costruite e sviluppate in quegli anni tra le quattro città e alla tratta ferroviaria, anch'essa sempre ben presidiata, della Milano-Venezia.
Tra gli anni Trenta e Quaranta dell'Ottocento, sotto il comando del generale Franz von Scholl, a Verona si iniziano a costruire anche le Torri Massimiliane, più note ai veronesi come Torricelle. Costruite sulle colline appena fuori dal centro città e collegate dalla cinta muraria che garantiva la sicurezza di Verona, sono ora una zona tranquilla e verdeggiante dove fare sport o rilassarsi dal caos della quotidianità. Questo per quanto riguarda la zona settentrionale della città, mentre sul lato meridionale venivano restaurati e ammodernati i bastioni di epoca veneziana. Inoltre, in seguito alla prima guerra d'indipendenza, le truppe austriache decidono di fortificare ulteriormente la città aggiungendo una serie di forti esterni quali quello di Santa Caterina, del Chievo, di Santa Lucia e molti altri.
Verona, all'interno del quadrilatero, diventa una città prioritaria a livello logistico: assume il ruolo di piazzaforte d'armata, ovvero di centro organizzativo, di deposito e rifornimento dell'intera guarnigione del Veneto, cioé nientepopodimeno che centomila uomini!
Una Verona austriaca
Anche il tessuto socio-economico della città cambia aspetto. Capite chiaramente come possa essere stato impattante vivere in una cittadina di cinquantamila abitanti e in poco tempo trovarsi a "ospitare" altri ventimila uomini con diverse abitudini, un'altra lingua e, soprattutto, soldati. Tra i civili veronesi e i militari austriaci non è mai corso buon sangue, si tolleravano, ma non andavano certo all'osteria a giocare a briscola assieme. Infatti, se da un lato c'è una maggior sicurezza dovuta alle fortificazioni e un notevole sviluppo urbano, con un nuovo ospedale militare, un enorme panificio, l'arsenale di artiglieria con le fonderie e varie caserme, oltre ad un'utilissima rete ferroviaria che tuttora utilizziamo, dall'altro c'è l'insofferenza dei veronesi nei riguardi dei militari austriaci, arrivati a migliaia a occupare la città e a impadronirsi dei loro spazi. Oltretutto, di queste nuove strutture e infrastrutture, i cittadini dell'epoca non potevano nemmeno usufruire, né vi si potevano avvicinare. Senza poi contare le restrizioni alle attività agricole e industriali e le severe regolamentazioni edilizie anche sulle costruzioni civili. A questo aggiungete le pesanti imposte per la costruzione dei nuovi forti e la censura dei più grandi testi della letteratura italiana: un provvedimento davvero spaventoso!
Un chiaro esempio di questa separazione tra veronesi e austriaci è visibile nell'edificazione dei cimiteri. Quello austriaco destinato ai soldati deceduti in servizio a Verona si trovava nei pressi di Forte San Procolo, quindi distante da quello dei civili, mentre per gli ufficiali era stata riservata un'ala del cimitero monumentale. Proprio in questo luogo potrete trovare la tomba del generale Franz Von Scholl che aveva iniziato l'opera di fortificazione veronese partendo dalle Torricelle.
Palazzi storici dell'epoca austriaca
Gli alti ufficiali austriaci, primo tra tutti il comandante Josef Radetzky, a partire dal 1851 iniziano a vivere a Palazzo Carli. Un palazzo del XVIII secolo situato in via Roma, in pieno centro storico e a due passi dall'Arena e Castelvecchio. Qui sono state ospitate importanti figure politiche come Franz Joseph I imperatore d'Austria e la bellissima moglie, l'imperatrice Elisabetta, meglio nota come Principessa Sissi, oppure re Vittorio Emanuele II, in seguito alla terza guerra d'indipendenza. Ma l'evento più ecclatante avvenuto in una delle sue sale, la Sala degli Stucchi, è certamente la firma della cessione di Verona alle truppe italiane: era il 16 ottobre 1866.
Altre costruzioni usate dagli austriaci e tuttora presenti in città sono il convento di Sant'Eufemia, all'epoca sede degli uffici del governo e Palazzo Barbieri, in cui si ospitavano i militari della Guardia CIvica e che da poco ha riaperto al pubblico offrendo visite guidate nelle principali sale in cui sono esposte, tra le altre, opere di Farinati e del Veronese. Per sapere tutto su questo palazzo e prenotare la vostra visita guidata, passate dall'Ufficio I.A.T. lì vicino, saranno felici di aiutarvi!
Oltre a questi due edifici, anche il maestoso Arsenale Franz Josef I è rimasto intatto ed ora, per fortuna, viene utilizzato per tutt'altri scopi: nel suo parco i veronesi amano passeggiare e prendere il sole, mentre i bambini giocano con l'acqua nella grande vasca presente al centro. Inoltre, sempre più spesso, ospita fiere ed eventi di vario genere. Ad esempio a settembre c'è la Fiera del disco, cd e vinile e ogni maggio, da qualche anno a questa parte, il Beereat festival dove potete venire a provare tanti tipi di birre e specialità servite dai food truck. Ogni giovedì mattina, inoltre, il parco dell'Arsenale ospita il mercato di frutta, verdura, carne e latticini a km 0.
Infine, per terminare questa rievocazione storica ottocentesca, vi porterei all'Ospedale di Santo Spirito, che ora non è più un ospedale, e alla provianda di Santa Marta, nata per sopperire alla necessità di produrre più pane e generi di prima necessità per tutti i militari. Attualmente, nel suo silos di ponente, sono ospitate alcune aule del dipartimento di economia dell'Università di Verona.
Credo sia molto interessante vedere come in poche centinaia di anni sia cambiato il volto della città, ma ancor più piacere mi fa notare come molte strutture utilizzate all'epoca per fini militari, siano oggi sedi di sapere, cultura e divertimento. Per questo sono così orgogliosa della mia Verona!