Abbazia benedettina del Maffei

Nel 1424 una Bolla di Papa Martino V nominava Abate il veronese Maffeo Maffei, giovane nobile e ricco. Quest'ultimo abbandonò l’antico e cadente monastero di San Pietro per costruire una nuova Abbazia Benedettina presso la Chiesa Parrocchiale, situata su un terrazzamento naturale alle pendici del colle, attuale Piazza Mercato, ampliandola e dotandola di pregevole chiostro, oggi emblema del paese.

Nel 1525, dopo varie e documentate liti per il pagamento delle decime, gli abitanti di Calavena ottennero di essere affrancati dai diritti feudali monastici. In quegli anni però iniziò un lento ma costante declino per il Monastero, che lo porterà a perdere la propria autonomia nel 1529, quando venne concesso alla congregazione di Santa Giustina Da Padova, che possedeva anche il Monastero di San Nazaro e Celso di Verona.

Sarà definitivamente soppresso nel 1810 con decreto napoleonico e successivamente verrà trasformato in parrocchia.

L'edificio, a pianta quadrata, sorge attorno ad un chiostro di cui fu completato solo il lato meridionale, facciata dell’attuale canonica. Sul lato nord del complesso abbaziale spunta il campanile romanico conservante una sola bifora della cella campanaria (rovinata dal terremoto del 1891) il quale sovrasta l'antico oratorio, sede della prima chiesa parrocchiale.

Nel tempo il colonnato superiore del chiostro era stato adibito a magazzino, e per questo chiuso e dotato di un camino onde evitare le gelate del grano che vi veniva conservato. Nell’area del chiostro si possono individuare i segni delle lapidi dell’antica area cimiteriale e sul lato sud-occidentale una meridiana incisa nella pietra.

All'interno della canonica sono ancora visibili tracce di affreschi databili tra il XV° e il XVI° secolo, e un soffitto ligneo a cassettoni di notevole pregio.

Tutto il complesso è stato progressivamente smembrato, soprattutto durante l’epoca napoleonica, in cui venne spostata anche l’area cimiteriale.